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I MINORI E LA RETE

ARTICOLO TRATTO DA
FAMIGLIA CRISTIANA N.6/2021

Articoli: Servizi

0-6 anni

Mia nipote è in isolamento, perché i genitori sono risultati positivi al Covid.

Soffre a dover star lontana dagli altri. Come posso aiutarla?

Se possibile, stai un po’ sotto al balcone a parlare con lei, oppure falle una videochiamata.

Falle trovare un dolcetto dietro la porta.

Chiedi alle maestre d’asilo di preparare un biglietto o un disegno per lei, con la collaborazione dei suoi compagni.

Tratto da un articolo di Famiglia Cristiana

Mio figlio di 5 anni, a volte, ha degli scatti di rabbia che non riesce a controllare. Ultimamente è arrivato anche a tirare calci e pugni a tutto ciò che trova sul suo cammino. Cosa posso fare?

La rabbia è una delle nostre emozioni fondamentali. Sebbene spesso venga connotata negativamente, la rabbia assolve un ruolo essenziale per la vita di ogni persona: è un “campanello di allarme” che segnala la possibile presenza di un pericolo o di un ostacolo e prepara il corpo all’azione.

Ora, i bambini non sono in grado di autoregolare completamente le proprie emozioni e questo li porta ad avere delle vere e proprie crisi di rabbia. 

È importante che i bambini comprendano che le emozioni vanno bene, che provare rabbia e qualsiasi altra emozione non è un errore: essere arrabbiati non è sbagliato. Tutti dobbiamo sentirci liberi di riconoscerla e di esprimerla.
Non dimentichiamoci che siamo un esempio importante per loro, quindi cerchiamo di partire da noi stessi. Se manteniamo un atteggiamento calmo e coerente, evitando di assumere comportamenti intimidatori o di urlare, consentiamo ai bambini di sviluppare la loro capacità di autoregolazione e di apprendere dal nostro esempio. 

Le emozioni vanno accettate e accolte, ma bisogna essere chiari con i nostri piccoli e far capire loro che ci sono dei limiti alle azioni. Ad esempio, va bene arrabbiarsi, ma non è giusto colpire la mamma o lanciare gli oggetti. Ricordiamoci di spiegare sempre il perché di certi limiti: comprenderne i motivi, infatti, permetterà al bambino di accettarli più facilmente. 

Nei casi di particolare aggressività, è importante usare il contatto fisico e affettivo, accompagnato da frasi come ad esempio: «Questo comportamento non ti è permesso. Capisco che sei arrabbiato, ma questo non si fa. Ti do il tempo e lo spazio per calmarti, e poi penseremo insieme a un modo per comportarsi diversamente quando provi questa forte emozione». 

Comunichiamo con i nostri bambini: incoraggiamoli a parlare delle loro esperienze e di ciò che provano. Aiutiamo a dare un nome alle loro emozioni. Condividiamo con loro ciò che stiamo provando noi: non dobbiamo avere paura delle nostre emozioni e di quelle altrui. Sediamoci accanto a loro e mettiamoci in comunicazione ed in ascolto.

Tratto da un articolo di UPPA

Articoli: Cosa facciamo

Preadolescenti

Mio figlio ha 13 anni e non lo riconosco più. Sembra che i suoi passatempi preferiti siano contestare noi genitori e risponderci male. Ci provoca, è insistente su quello che pretende e sembra gli sia tutto dovuto, mentre lui non fa mai nulla di quello che gli si chiede.

Dove stiamo sbagliando?

Molti nostri figli tra i 10 e i 14 anni ci paiono sconcertanti: li vediamo diventare oppositivi e provocatori. L’errore più frequente di noi genitori è quello di sentirci sbagliati. Ci sembra di essere impotenti e in balia dei loro stati umorali e delle loro reazioni prepotenti e aggressive.

Ciò che ti affatica è l’impulsività con cui vi risponde e il suo pretendere tutto senza mai dare niente in cambio. Su questi punti dovrete trovare nuove intese. Datevi un appuntamento e rimanendo calmi e collaborativi spiegategli che ci sono nuove responsabilità che lui dovrà assumersi e che vanno di pari passo con la maggiore autonomia di cui vuole godere. Potrete chiedergli che cosa lui è disponibile a fare per la sua famiglia (tenere in ordine il prato? Gestire la raccolta differenziata? Apparecchiare e sparecchiare? Stendere i panni, fare la spesa quotidiana di pane, latte, frutta e verdura?). In cambio voi contratterete con lui le nuove libertà di cui può godere.

Datevi regole condivise per le discussioni in famiglia: ci si può dire tutto, ma nessuno alza la voce né usa parole volgari.

Tratto da un articolo di Famiglia Cristiana

Articoli: Cosa facciamo

Adolescenti

Un consiglio che vale per tutti

Come genitori dovremmo essere capaci di riconoscere che i cambiamenti dei figli adolescenti che diventano adulti impongono anche cambiamenti al modo di essere genitori.

Non siamo più chiamati a supportare l’infanzia, ma a dialogare con un altro individuo che diventa progressivamente sempre più autonomo e adulto anche lui.

In più i nostri atteggiamenti mentali influenzano le nostre aspettative rispetto ai comportamenti altrui. È il famoso effetto chiamato “profezia che si avvera”: aspettarsi un comportamento ostile predetermina la mia difesa contro quel comportamento e quindi la mia ostilità. L’invito è allora quello di riuscire a mantenere un atteggiamento non pregiudiziale che darà la possibilità di non interpretare tutti i comportamenti del figlio adolescente come problematici e negativi prima ancora che un comportamento sia attuato.

Tratto da un articolo di UPPA

Sono la mamma di una ragazza di 20 anni, universitaria, che solo con me è arrogante ed aggressiva. Forse è anche colpa mia che le ho permesso questo comportamento, senza oppormi fermamente; me lo dice anche mio marito al quale mia figlia non si permetterebbe mai di rispondere.

Non so cosa fare: sembra che mi odi.

Bisognerebbe capire meglio come sono i legami all’interno della vostra famiglia e se sua figlia esprime con lei solo emozioni aggressive di rabbia e arroganza o ha anche atteggiamenti più teneri. In ogni caso consiglio di esprimere a sua figlia quello che sente, rendendosi disponibile all’ascolto, a sua volta, di quello che prova sua figlia.

E cerchi anche, se può, una sua serenità interiore perché, a volte, in una relazione gli altri non possono star bene se i primi a stare male siamo proprio noi.

Tratto dal forum psicologi-italia.it

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